Multiculturalità e rete: voci migranti in Italia

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  1. 1. Luisa Carrer

    University of Edinburgh

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PREMESSE

Un quadro normativo comunitario sull'editoria elettronica fu la principale richiesta della proposta di risoluzione che il Parlamento Europeo discusse nel febbraio 2001. Il primissimo punto della relazione, firmata dall'eurodeputata britannica Barbara O'Toole, sottolineava «l'importanza di incoraggiare la creazione letteraria e linguistica, di mantenere e migliorare la diversità culturale e linguistica in Europa, di salvaguardare l'accesso universale alla parola scritta e di consolidare la conoscenza e la cittadinanza». Perché in Europa l'editoria elettronica venisse a rappresentare una garanzia nella difesa del multilinguismo e della multiculturalità, il documento esortava la Commissione «a sostenere un gran numero di piccole imprese di pubblicazione elettronica al fine di mantenere la diversità culturale e linguistica in modo da creare un polo alternativo ai grandi gruppi mediatici» (O'Toole 2001: 83).

Il fenomeno dell'immigrazione in Italia è, di fatto, recente ed assume connotazioni di rilievo a partire dai primi anni Novanta del secolo scorso. Al 31 dicembre 1991 gli immigrati regolarmente soggiornanti in Italia erano 648.935 (fonte: Caritas 2003). Dieci anni dopo, alla fine del 2001, la stima era più che duplicata e contava 1.362.630 presenze. Negli ultimi anni l'aumento della popolazione immigrata è legato in gran parte ai ricongiungimenti familiari e all'influenza quantitativa dei minori, fattori che denotano la tendenza ad un insediamento stabile.

Sono 2.395.000 gli immigrati regolari in Italia all'inizio del 2003, con un'incidenza sulla popolazione italiana pari al 4,2%, inferiore solo di un punto alla media europea. Tale incremento avviene in un contesto locale di continuato, grave declino demografico. Previsioni annunciano un calo della popolazione italiana pari al 5,3% nei prossimi vent'anni, con la fetta degli under 20 destinata a ridursi del 32,3%. I ragazzi immigrati al di sotto dei 20 anni d'età verranno allora a costituire il 7,7% circa della popolazione totale, con la conseguenza di una forte presenza interculturale all'interno del sistema educativo italiano (Chaloff 1999: 2).

OBIETTIVO

Lo scopo di questo intervento è stabilire in quale misura e con quali modalità le raccomandazioni della Commissione Europea sono riscontrabili nel panorama mediale italiano contemporaneo e quale ruolo svolge l'editoria digitale in tema di multiculturalità, difesa della diversità e promozione della letteratura della migrazione.

ARGOMENTAZIONI

1. La consapevolezza della portata sempre più strutturale dell'immigrazione all'interno della società italiana deve comportare un maggiore investimento sui servizi tanto sociali quanto culturali. La sfida è principalmente legata all'educazione linguistica ed interculturale, divenute una priorità nella preparazione e nella pratica didattica attuali.

2. Una maturazione dei mezzi di comunicazione di massa e delle politiche editoriali sembra a questo punto dovuta, non solo per la promozione del contenuto creativo multilingue tradizionalmente europeo ma anche in favore di argomentazioni che riconoscano gli immigrati quali nuovi cittadini dell'Unione, li rendano partecipi di una rete informativa plurilingue, ne assecondino il potenziale creativo. Di fatto, l'immigrazione in Italia e la sua rappresentazione mediale sono state oggetto di numerose ricerche negli ultimi anni. Al settembre 2003, Extracommunication http://www.etnequal.it/docs/sintesi_dati_Extracommunication%20ver%205.0.pdf, monitor su informazione e immigrazione, rilevava la generale faziosità dei quotidiani nazionali censiti in relazione a struttura e contenuti delle notizie sull'immigrazione. La forma dominante era quella delle brevi di cronaca, spesso riguardanti episodi di microcriminalità urbana che si qualificano come una costante (56,7% delle notizie per sezione dei quotidiani censiti) nell'immagine mediale della presenza straniera in Italia. Esiguità, scarsezza di approfondimento e monotematicità stereotipata sembrano caratterizzare anche l'attenzione di telegiornali nazionali, rotocalchi, rubriche. Tale pratica è talmente diffusa che più del 50% del pubblico intervistato esprime insoddisfazione rispetto alla propria conoscenza della realtà dei fatti e al comportamento delle testate: un atteggiamento critico da parte del pubblico che segnala dissonanza tra l'offerta erogata dai media e le aspettative dei destinatari.

3. Pur date le su citate raccomandazioni della Commissione Europea sulle nuove frontiere dell'editoria, la ricognizione di Etnequal -- come già quella del Censis-Cospe, 2002 -- manca totalmente nell'esaminare l'offerta dell'ambiente digitale in tema di culture dell'immigrazione. I risultati della mia ricerca in rete, i contatti con responsabili e direttori di riviste culturali del settore, la riflessione critica sulla bibliografia di riferimento mi portano a sostenere che l'offerta digitale italiana in tema di integrazione culturale e multilinguismo colma decisamente le lacune quanti-qualitative di televisione, radio e stampa a riguardo e mantiene un forte potenziale -- confermato ampliamente dai dati statistici relativi alle utenze -- nell'educare all'interculturalità. Evidenzierò il triplice orientamento dell'offerta digitale in Italia:

Servizi informativi (iniziative, normative, statistiche, associazionismo) liberamente accessibili e diretti agli immigrati stessi come agli operatori del settore (Stranieri in Italia, Cestim, Città Multietnica, Congregazione padri scalabriniani) per una corretta, alternativa e multilingue rappresentazione dei fenomeni migratori, indipendente da leggi di palinsesto.
Risorse didattico-pedagogiche: autorevoli percorsi formativi per docenti in tema di educazione interculturale e didattica dell'italiano come L2 (di ricerca e sviluppo si occupano Rai Educational; 'Volontariato Internazionale per lo Sviluppo' (VIS); Fondazione Cariplo per iniziative e studi sulla multietnicità (ISMU)).
Incentivi al potenziale creativo e iniziative legate alla letteratura della migrazione
produzione letteraria di scrittori stranieri che vivono in Italia e che per scelta si esprimono nella lingua del paese ospitante senza rinunciare alle specificità narrative e culturali delle loro terre d'origine. Tre esempi significativi: (a) la banca dati BASILI (1997) sugli autori migranti realizzata da Armando Gnisci, potenziata nell'aprile 2001 BASILI e abbinata alla rivista semestrale Kúmá con la quale costituisce tuttora uno strumento informativo e critico unico nel genere; (b) Sagarana on-line (2000; 850 visite giornaliere, 80.000 visite per numero, +30% di visite ogni numero), diretta da Julio Monteiro Martins, miscela trimestrale di inediti dal Sud del mondo, di scrittori migranti e sulla letteratura della migrazione inediti in Italia; (c) El Ghibli (2003; 4.489 hits) diretta da Pap Khoumi, prima rivista elettronica multilingue la cui redazione è composta unicamente da scrittori migranti.
CONCLUSIONI

1. La rete risponde letteralmente alle raccomandazioni della risoluzione parlamentare europea del 2001, ossia dà campo alla creazione letteraria, mantiene e migliora la diversità culturale e linguistica salvaguardandone l'accesso universale. Soprattutto, riserva un'attenzione e promuove una diffusione delle voci dei non italiani in modo paritario, economico, capillare, ciò che i mezzi tradizionali ancora non sanno fare.

2. La qualità e i dati relativi all'utenza delle riviste telematiche su elencate testimoniano il ruolo decisivo che l'editoria elettronica sta svolgendo per la crescita e la diffusione della letteratura della migrazione -- fino alla metà degli anni Novanta ancora letteratura di testimonianza a interesse sociologico e antropologico ed oggi, al contrario, oggetto d'attenzione di tipo essenzialmente letterario -- e, dunque, per la formazione di coscienze pluriculturali.

3. La letteratura della migrazione rappresenta la sublimazione del processo di integrazione culturale degli immigrati all'interno del paese ospitante: da multimentalità multilingue a monolinguismo letterario. Ciò è in linea con le poetiche di creolizzazione e decolonizzazione di Armando Gnisci (2003), auspicanti ad una introduzione della voce degli scrittori migranti anche entro le classi di letteratura italiana. Il ruolo dell'editoria elettronica a tal fine si sta dimostrando cruciale ed il suo potenziamento deve essere al centro della nostra attenzione.

NOTE BIBLIOGRAFICHE

1. Risoluzione del Parlamento Europeo sulle nuove frontiere nella produzione libraria: editoria elettronica e stampa su richiesta (2000/2037(INI), in GU C267 del 21.9.2001, pp. 83 sgg.
2. Dossier Statistico Immigrazione 2003, a cura di Caritas Italiana, Caritas di Roma, e Fondazione Migrantes su dati del Ministero dell'Interno http://www.caritasroma.it/settori/comunicazione/Comunicati/2003-05-13.pdf (ultima consultazione 3.11.2003).
3. J. Chaloff (1999), 'Current Research into Education for Immigrants in Italy', in collaborazione con CHIP -- Child Immigration Project e Fondazione Censis, Roma, Fourth International Metropolis Conference, Washington, DC, 9.12.1999 http://www.international.metropolis.net/events/ washington/chaloff%20paper.doc (ultima consultazione 3.11.2003).
4. Iniziativa Comunitaria Equal, Progetto Etnequal Social Communication (IT-S-MDL-144) (2003), a cura del Dipartimento di Sociologia e Comunicazione, Università degli Studi 'La Sapienza' (http://www.etnequal.it/docs/sintesi_dati_Extracommunication%20ver%205.0.pdf (ultima consultazione 10.11.2003).
5. Censis-Unione Europea (2002), 'Tuning into Diversity. Immigrati e minoranze etniche nei media', Roma; Fondazione Censis (2002), 'L'immagine degli immigrati e delle minoranze etniche nei media', Rapporto Finale, Roma.
6. A. Gnisci (2003), 'Creolizzare l'Europa. Letteratura e migrazione', Roma, Meltemi.

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ACH/ALLC / ACH/ICCH / ALLC/EADH - 2004

Hosted at Göteborg University (Gothenburg)

Gothenborg, Sweden

June 11, 2004 - June 16, 2004

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